Non è la priorità matrimoniale, che disciplina da sempre le commedie sentimentali, a muovere Le amiche della sposa, quanto l'ansia da prestazione della protagonista, una damigella d'onore impegnata in una performance scatenata, a cui dà volto e corpo (comico) Kristen Wiig. È lei, insieme all'interpretazione di Rose Byrne e alla produzione di Judd Apatow, il motore di una commedia che corregge lo spirito romance a colpi di demenziale. Dimenticate allora le atmosfere calde e sentimentali della Ephron o ancora il glamour fiabesco di Bride Wars (La mia migliore nemica) o di Made of Honor (Un amore di testimone), perché Paul Feig riesce là dove hanno fallito i Farrelly con Libera uscita: contaminare e intonare la romantic comedy con virtuosi tocchi di demenza. Nello splendente e ben conosciuto corredo della commedia matrimoniale, il regista americano introduce una scheggia di contemporaneo disagio, declinato al femminile e 'indossato' con mesta clowneria dalla Wiig, che ha debuttato al cinema nel grande successo commerciale di Apatow Molto incinta. Quello che conduce la protagonista quarantenne a compiere gesti assurdi e certamente sovradimensionati sembra, più che l'accanimento amicale, la sensazione che la sua vita le sfugga e vada altrove, verso direzioni e chine impreviste, oltre la rassicurante tutela delle norme sentimentali e sociali, evidentemente incarnate dall'agente Rhodes di Chris O'Dowd contro l'anarchia bulimica dell'amante charmant e narciso di Jon Hamm. La coppia romantica di questa commedia non è di fatto la coppia romantica a un passo dal matrimonio e dall'altare ma quella formata da Annie e il poliziotto della stradale che non ha cuore di multarla ma solo di amarla. Eppure accanto al pronunciamento romantico di nobile pedigree, Feig, armato di sei attrici ispirate,'balorde' e sfrenate, infila l'incandescenza del comico, rigettando qualsivoglia negoziazione e imbrattando di escrementi l'abito sacro della sposa, accasciata nel traffico come una meringa sgonfiata. Le sue damigelle, piene di orgoglio e altrettanta meraviglia fecale, ribadiranno la 'maniera', esprimendo la loro solidarietà nei bagni di un prestigioso atelier e dentro i loro abiti da cerimonia. La dimensione corporale e scatologica imbocca la via per l'altare incrinando (per sempre) la glassata piacevolezza delle torte nuziali e le patine ideologiche di tante commedie matrimoniali.