A questo punto l'unica scelta possibile è affiliarsi alla "famiglia", proseguendo in una vita di scelleratezze. Marco muore di overdose, mentre Stefano è intrappolato con i suoi debiti d'onore verso Don Alfredo. Contrastato da Mary, ormai stanca di condurre quel tipo di vita, Stefano si è finalmente convinto a fare qualcosa per uscirne. Ma l'ennesimo colpo commissionatogli, sfocia in una strage, conducendo Ciro alla morte, e Stefano al carcere. Allontanata da Stefano per il suo bene, seppur a malincuore, Mary si rifà un vita, e comincia a lavorare in una radio dove conosce Giorgio, il direttore dell'emittente, suo futuro compagno. L'immagine lontana di Mary, sarà per Stefano, durante tutto il periodo della detenzione, il ricordo più caro, ma nello stesso tempo, motivo di struggimento e di sensi di colpa. In carcere, Stefano comincia a scrivere un diario, che custodisce gelosamente e rilegge spesso, tanto da incuriosire il boss del carcere, Don Vito, il quale, convinto che quel diario contenga informazioni riservate sui capi della mafia, pensa di servirsi di Sagrestano, morigerato compagno di cella di Stefano, per impossessarsene. Sagrestano, per difendere la privacy del suo amico disobbedisce agli ordini del boss, e per questo verrà brutalmente ucciso. Le dure gerarchie e gli ingiustificabili soprusi all'interno del penitenziario, nonché l'omicidio del suo compagno di cella , costringeranno il protagonista a una lunga riflessione su se stesso e sulle proprie colpe.