Nel 1913, Francis Ouimet, giovane proveniente da una famiglia di lavoratori, si trova ad affrontare nello U.S. Open di Golf, il grande campione britannico Harry Vardon. Francis sarà protagonista di una delle più grandi imprese che lo sport statunitense possa ricordare. Lo sport, è noto, è un universo infinito denso di valori espressi da disciplina, talento, rispetto, agonismo, correttezza. Lo sport per gli americani è sempre stato un punto di riferimento nella crescita di una persona, anche perché abbatte (idealmente) le differenze di classe e di razza, e pone ognuno di fronte a un canestro, una porta, una linea di arrivo, una buca, conferendogli le stesse possibilità degli altri partecipanti di raggiungere il successo. Bill Paxton, qui alla sua seconda regia, recupera un tono "agé", vecchio stile, per raccontare questo momento esaltante e vero. La fotografia meravigliosa di Shane Hurlbut ricostruiscono l'epoca con toni caldi e seppiati, mentre il montaggio e la tecnica filmica ci trasportano ai giorni nostri (ci riferiamo soprattutto ai momenti di gioco), creando così una visione attuale di un passato che potrebbe essere tranquillamente un presente. Premesso che lieto fine e buoni sentimenti sono da mettere in conto in un film come questo, possiamo dire di trovarci di fronte a un film a tratti appassionante, in particolare per chi crede nello sport e nelle emozioni di una vittoria.