Opera prima di Andrea de Sica - nipote di Vittorio - I figli della notte s'inserisce in quel filone di racconti collegiali al maschile, cui fanno capo Il club degli imperatori e L'attimo fuggente. Esplora le vite nei dormitori e indaga le ragioni di un gruppo di giovanissimi, prigionieri dell'inospitale accademia e del loro stesso lignaggio. Dopo l'ennesima bravata, il sedicenne Giulio (Vincenzo Crea), che è un ragazzino allampanato, timido ed emotivamente fragile, viene spedito dalla madre in un collegio d'élite, una fucina di "futuri dirigenti" camuffata da castello asburgico arroccato tra le Alpi. Si accorge presto che è un ambiente freddo e ostile, abitato da rampolli fasciati in pullover stemmati e insegnanti che tuonano rimproveri in continuazione; una scuola con un sistema educativo che rasenta la disciplina militare, con internet imbavagliato, mezz'ora di telefonata al giorno, e frequenti episodi di "nonnismo" patiti in silenzio dagli sprovveduti studenti più giovani. Gli adulti, al corrente della situazione, accettano la pratica come consuetudine radicata, e nonostante sorveglino gli allievi attraverso videocamere nascoste, scelgono di non intervenire. Nel clima di reticenza generale, stranamente Giulio si rispecchia in una personalità opposta alla sua, quella del coetaneo Edoardo (Ludovico Succio), che invece ha un temperamento ribelle e anticonformista, e nessuna paura di mostrarsi insofferente verso il bullismo imperante. Insieme, i due inseparabili amici architettano fughe notturne dalla scuola, discese negli spettrali corridoi in penombra e corse nel bosco, all'interno del quale si nasconde un luogo proibito e allettante...la parte migliore dell'offerta formativa.